Paperinik Appgrade è il primo magazine apparentemente digitale.

ADV

Tornano le avventure di uno dei supereroi Disney più amati: dal 5 ottobre arriva in edicola Paperinik Appgrade, il mensile a fumetti.

Fulcro del magazine sono le avventure del papero mascherato: oltre alla storia inedita, gli appassionati di Paperinik potranno ritrovare gli episodi cult del loro supereroe preferito. Si comincia proprio con quello che gli ha dato vita e lo ha reso popolare  in tutto il mondo, “Paperinik il diabolico vendicatore”. La storia, nata dalla penna dello sceneggiatore Guido Martina e dalla matita del maestro genovese Giovan Battista Carpi, è stata pubblicata in due puntate sui numeri 706 e 707 dell’8 e 15 giugno 1969 di Topolino.

Il termine App è il filo conduttore che lega le tante rubriche del magazine: BackApp, che racconta il backstage della storia inedita, con disegni preparatori e interviste agli autori; StarApp, l’oroscopo del supereroe; BreakApp, giochi e test a tema; PkApp, una moderna pagina della posta, destinata alla relazione con i lettori e, infine, “Il mondo di PKApp”, una vignetta umoristica nella quale Paperinik è alle prese con il mondo dei new media e lo commenta con ironia.

Il progetto editoriale include anche un nuovo sito, www.paperinikmagazine.it: una finestra sempre aperta sul mondo del supereroe, con spazi dedicati ai blog, ai giochi e all’interazione con i visitatori.

Paperinik nasce nel 1969 da un’idea di Elisa Penna, allora caporedattore di Topolino, la quale insieme a Martina e Carpi, regala a Paolino Paperino un’identità segreta per combattere la routine di tutti i giorni e vivere avventure fuori dagli schemi. Il personaggio di Paperinik si ispira agli eroi mascherati statunitensi privi di poteri come Batman e ai personaggi classici del romanzo d’appendice francese come Rocambole, Arsenio Lupin e Fantomas, facendo il verso a Diabolik. Ma soprattutto si ispira a una parodia in chiave comica di quest’ultimo: Dorellik, un supereroe pasticcione interpretato da Johnny Dorelli nello show televisivo del 1967 “Johnny Sera”.

ADV